venerdì 20 gennaio 2012

Come si sta in Sicilia.

In Sicilia si cammina a piedi perchè non c'è più benzina.
In Sicilia i supermercati sono vuoti perchè non arrivano le merci fresche.
In Sicilia non c'è traffico per le strade all'ora di punta.
In Sicilia le mamme hanno comprato scorte di farina perchè "non si sa mai, il pane ce lo facciamo in casa".
In Sicilia reggono ancora i mercati rionali ma da domani non si sa.
In Sicilia siamo abituati un pò a tutto e forse questa è l'ennesima cosa che affronteremo con il nostro tipico "e chi putemu fari".
In Sicilia oggi c'è sole, vento e magari da qualche parte pure piove.
In Sicilia c'è gente stanca.
E io non lo so, davvero, se questa protesta è manipolata, se è reale, se è davvero solo disperazione.
Senza voler cadere nella retorica da due soldi, la storia è storia e la conosciamo tutti.
Credo che questa protesta sia gestibile in un migliore modo.
Ma credo che se, stavolta, non si accordano per il solito tozzo di pane perchè "affinchè tutto cambi, tutto deve restare com'è", forse, posso ancora crederci.




domenica 15 gennaio 2012

Tana

Cominciare con il tortellino affogato nei funghi trifolati.
Proseguire con il rollè provoletta affumicata, prosciutto cotto, funghi trifolati con contorno di patate duchesse.
Fare una pausa con il caffè.
Un'altra con due mini porzioni di torta fedora e al caffè.
L'ultima con tè e brioscine.
Ovviamente lavorando, lavorando sodo.
Soprattutto stando lontana dalla pittura fresca.
Piove, la piggia batte sul tetto, Lira prima viene perchè vuol sedersi accanto a me (più verosimilmente perchè ha paura del rumore della pioggia) e poi torna nel suo lettuccio.
Io che ho freddo. Sempre freddo, maledettamente freddo.
Lavoro febbrilmente alla nuova collezione.
Nuove foto, nuovi visi, nuovi luoghi.
Ancora.
Ancora una volta.
Fa freddo.
Sì, fa freddo.

giovedì 12 gennaio 2012

Ho sonno. Ho freddo. Ho fame.

Ho sonno.
Oggi ho affrontato dopo quasi un mese, quei piccoli demoni del catechismo.
Tenere testa ad una banda di piccoli terroristi mi toglie energie, ma stavolta li ho intortati con le goleador. Che dico, avranno dalla loro la giontù, ma io li batto in vecchiaia.
Adesso mi vorrei spalmare sulla scrivania e dormire.
MA
Devo, nell'ordine:
- prendere il cavo di alimentazione del computer che tra poco mi abbandona.
- cominciare a realizzare gli ultimi pezzi della nuova collezione Prampolini ma per farlo mi devo spostare nel laboratorio. Qual è il problema? Nessuno, a parte che
Ho freddo.
E il fatto che io in studio abbia freddo, non è una novità, visto che ci potremmo stagionare i salami in queste stanze.
Vengo bardata come un eschimese e faccio  concorrenza agli orsi polari.
Almeno due paia di calze e pantaloni pesanti. Non ci dimentichiamo gli stivali.
Alle volte rimango con la giacca che fuori c'è più caldo.
Ma mi consolo pensando che d'estate (quando saremo in ferie -.- ) ci sarà veramente da stare bene.
Ho fame?
Non lo so. Son piuttosto provvista di viveri ma, il mio regno per una cioccolata. O meglio, la cioccolata ce l'ho, mi manca il latte che potrei comprare al supermercato, ma dovrei scendere e sono nella modalità pigrizia.
Che sia giunto il momento di provare come viene la cioccolata con l'acqua?
No, è contrario al mio credo religioso.

lunedì 9 gennaio 2012

Someone like you

Stasera proprio non và.
Continuo da tutto il pomeriggio ad ascoltare in maniera rutilante una canzone, senza sentirla nemmeno, assaporandone solo la sonorità, a farmi cullare dal rumore, perchè il silenzio a volte fa ancora più rumore, pensieri pesanti come pietre, vischiosi come melma.
Qualcuno, chissà chi tra loro, mi ha scippato il futuro.
O forse non è giusto che io ne abbia uno.
Forse non era previsto.
Però dovevano avvisarmi.
Dovevano impedirmi di sognare, vent'anni fa, quando ancora mi chiamavano Riccioli d'oro, che avrei avuto una casa, un lavoro, forse, chissà, addirittura una famiglia e dei figli.
Non dovevano insegnarmi che sarei potuta diventare qualsiasi cosa, anche un astronauta e che con i sacrifici si arriva alla propria meta.
No, non dovevano.
E non venitemi a dire che se hai costanza ci riesci, segui i tuoi sogni e cazzate del genere.
No, stasera non venitemelo a dire.
Perchè sono incazzata, delusa, avvilita, io come credo tanti e tanti altri "giovani" nella mia situazione.
Lo virgoletto "giovani" perchè dai sondaggi quelli come me non sono più considerati tali, i giovani senza virgolette si fermano a 25 anni.
Gli altri, quelli dopo i 25? Bè, gli altri bruciati.
Niente futuro.
Perchè si è tornati a quella triste costrizione sociale per cui se sei figlio del contadino DEVI fare il contadino. Perchè se provi a fare il dottore, studiando, facendo sacrifici, avendo ottimi risultati...ops, tesoro, la specializzazione è bloccata e entra solo chi lo deve fare.
"Ma quello è una testa di rapa!"
"E allora?"
E allora chi se ne frega di quella povera ragazza a cui sono stati somministrati anzichè 9 grammi o milligrammi - non so, non sono un medico - di chemioterapico, che già sono devastanti, 90, che chissà come ha sofferto poverina.
Magari è stato solo uno stupido errore umano, ma stasera non ci voglio pensare al buonismo.
Stasera sono amara come una tazza di cicuta, come il caffè nero, sono amara come un bacio mai dato, come un amore ritrovato e perso.
Come finirà la vicenda? Nella migliore delle ipotesi con un accordo economico risarcitorio.
E intanto quella donna c'ha lasciato la vita.
Lei una ce l'aveva. E gliel'hanno scippata.
No, stasera non va affatto.


domenica 1 gennaio 2012

1 gennaio 2012

L'ultimo post porta la data della vigilia del Natale dello scorso anno.
E' da ieri sera che rinvio la consuetudine sociale degli auguri di buon anno.
Però mi tocca e da brava mi siedo davanti al mio Vaio rosa cercando di porre in essere il mio parto mentale e renderlo meno cinico del previsto.
Ce la posso fare, coraggio!
...
...
...
...
...
Ok, non ce la posso fare.
E giuro che l'ho fatto, ho augurato anch'io uno splendido 2012.
Ma non ci credo.
Non credo nel concetto di "anno splendido".
Cioè, razionalmente, parliamone.
Un anno è fatto di 365 giorni e su 365 (che sono anche un numero piuttosto consistente), tho, andiamo per grandi numeri, facciamo che una metà di giorni sono decenti? Un mese eccezionale? E il resto? Tendenzialmente nella norma o, nel peggiore dei casi, da dimenticare.
Questo 2012 sarà di 366.
E già qua va male:un giorno in più di sbattimento e il consueto adagio "Anno bisesto, anno funesto".
Proprio bene bene non parte.
Poi.
Vogliamo parlare delle manovre e manovrine economiche con le quali torneremo, ne sono certa, alla solida economia del baratto? Meglio di no.
E la fine del mondo? Oh, i Maya sono stati chiari, ci resta l'ultimo anno e poi.
E poi che? Un altro big bang? Il big freez?
Ma ci siamo allontanati/avvicinati il giusto?
No, magari la fine del mondo è la Carfagna che diventa presidente degli Stati Uniti d'America.
La verità è che sarà un anno duro, socialmente, economicamente.
Il periodo storico in cui viviamo è gravido di cambiamenti e i periodi di cambiamenti, si sa, non sono poi tanto facili da vivere.
Noi che un tempo eravamo "i giovani" ora non lo siamo più ma siamo solo una generazione bruciata  e derubata del proprio futuro e delle proprie prospettive e che arranca e non può concedersi il lusso di emanciparsi perchè, come ci si emancipa se, nonostante tutti gli sforzi non si può fare a meno della paghetta di papà?
Quelli che ora sono "i giovani" probabilmente non sapranno neanche che cos'è la pensione.
I bambini, forse, considereranno un vezzo linguistico arcaico la parola "meritocrazia".
Voce in fondo alla sala: "Ma perchè, giusto il primo dell'anno devi scartavetrare con questi argomenti? Non ce la fai a dire solo Buon anno everybody?"
(Sì, la mia mente è popolata da strani personaggi, minchiate volanti e scimmie ululanti, questi dialoghi con me stessa sono all'ordine del giorno.)
In realtà potrei, ma siccome lo dicono tutti, e io mi dico sempre (ma cosa c'è da augurare che il presente, il passato e il futuro sono a tinte fosche?)
Dunque, realtà nera, niente auguri e giorni a venire poco rosei.
E allora che si fa, si aspetta Godot?
Giammai.
Ci si rimbocca le maniche, come ogni anno.
E vi auguro di avere la forza per farlo.
Vi auguro di avere la pazienza di sopportare il vostro odioso vicino di scrivania che ha il simpatico vizio di frugare tra le vostre cose.
Vi auguro di avere la tenacia per portare avanti i vostri progetti e quel pizzico di fortuna/Provvidenza/destino che è necessario per compiere qualsiasi impresa.
Vi auguro di riuscire a contare fino a 10 prima di insultare la persona che avete davanti. Se dopo 10 l'insulto permane e anzi, monta come il mare in tempesta, sfogatevi pure, evidentemente gli improperi sono meritati.
Vi auguro di non essere mai soli, perchè le difficoltà affrontate in due, tre, quattro (e magari davanti a qualcosa di alcolico), fanno meno paura.
Vi auguro di non essere creduli e di valutare bene cose/occasioni/persone/situazioni che vi si parano davanti.
Vi auguro di avere necessità, perchè la necessità è madre dell'inventiva e in questo secolo forse ci siamo dimenticati che cosa vuol dire "aguzzare l'ingegno".
Vi auguro di avere la televisione guasta così da farvi venire la curiosità di aprire quello strano aggeggio fatto di pagine che puntella la poltrona della zia Ermelinda. Ah, si chiama libro.
 Vi auguro di ridere, anche senza un motivo, di quel riso che vi fa uscire le lacrime, che vi fa far male la pancia.
Vi auguro di avere compassione. Ma non la compassione becera e gretta, non la pietà. Vi auguro la compassione latina, il cum-patos, il sentire insieme, il soffrire insieme.
Vi auguro di accarezzare un randagio e di innamorarvene e poi portarlo a casa con voi.
Vi auguro di avere coraggio, che di questi tempi è cosa rara. Coraggio per le vostre scelte, coraggio per la vostra vita.
Vi auguro di avere idee, tante idee, folli idee, meravigliose idee.
Ah, e vi auguro la salute. Che senza salute potete avere tutta la tenacia, pazienza, speranza, armonia, idee del mondo, ma poco ci potete fare. 
Il resto...il resto è tutto contorno.
Non vi auguro di realizzare i vostri sogni, di "fare della vostra vita un capolavoro", non vi auguro meraviglie.
Solo tanta di quella realtà da ubriacarvi, lasciarvi storditi e poi, finalmente, con gli occhi aperti.
E se a quel punto riuscite, mattoncino dopo mattoncino, a percorrere la vostra personalissima via di mattoni gialli e arrivare alla Città di Smeraldo prima della fine del mondo...Complimenti, avete vinto alla lotteria della vita!
Buon anno.
Valentina