domenica 1 aprile 2012

Memento

Perchè poi, alla fine, bisogna sempre ricordare perchè si è cominciato.
Perchè ho cominciato a creare?
Perchè mi faceva stare bene.
Perchè ero in un momento della mia vita particolarmente brutto e la macchina da cucire mi ha salvato, probabilmente, da un esaurimento nervoso.
E mi divertivo a dire "questo l'ho fatto io", a vedere lo stupore negli occhi di chi, conoscendo la mia innata negazione sartoriale, si trovava davanti delle borsette dai colori accattivanti.
Perchè poi è nata Narcysa e mi ha fatto compagnia.
I miei progetti, la creatività, le mie stoffe delicate hanno riempito il dolore, hanno riempito la pena.
E Narcysa è cresciuta.
E adesso, a distanza di due anni mi diverto ancora.
Ogni shooting è una lotta contro il tempo e ogni volta mi dico che ci dobbiamo preparare prima, che dobbiamo scegliere temi meno folli, che farò questo e quello.
Ed ogni volta seguente è lo stesso ritornello.
Poi ci sono quei periodi che non gira.
Che proprio creare diventa una "costrizione".
Perchè c'è l'amica dell'amica che fa il compleanno, perchè Tizia ti ha chiesto una cosa e non puoi/vuoi dire di no.
E allora diventa una lotta contro se stessi, dove ogni punto, ogni giro d'ago, è una maledizione contro il tessuto, il filo, la spolina...

Magari chi vede le creazioni di una delle tante creative immagina, innanzi a manufatti delicati ed eterei, dolci fatine all'opera con la bacchetta magica.
Niente di più sbagliato.
Spesso e volentieri ci trasformiamo in Trolls che lottano contro la materia prima che, a volte, sembra vivere di vita propria nell'andare esattamente contro i nostri progetti creativi.

E allora che si fa, si aspetta Godot?
Giammai.
Si ricorda.
Si ricorda perchè abbiamo cominciato, si ricorda la prima, primissima creazione.
La mia era una borsetta di panno di lana grigio (ho scucito una vecchia gonna di mia nonna...lei sarebbe stata d'accordo. Credo) decorata con una Mary Poppins un pò sbilenca in panno di lana rosa (altra gonna della nonna...), una fodera in raso rosa, chiusura in velcro e tracolla con cordone in seta rosa.
Ha mille difetti, ma è bellissima, è la prima Narcysa e l'ho regalata per Natale a mia sorella.
Nessuno credeva che sarei riuscita a portare a termine quel lavoro.
Eppure, ce l'ho fatta.
E, ancora, non mi sono fermata.