martedì 16 aprile 2013

Jazz Age Beauties

Se pensi alla fotografia degli anni '20 e '30, a parte quei ritratti di famiglia stile "loculo", ti vengono immediatamente in mente queste foto



Loro, per chi non lo sapesse, sono le "Zigfeld Girls".
Il tutto comincia dall'idea, forse visionaria per quei tempi, di Florenz Zigfeld, un impresario teatrale. Egli riunì sotto la sua ala musicisti, artisti, ballerineper dare vita a degli spettacoli ove si mescolassero il fasto delle sceneggiature e dei costumi insieme a numeri teatrali che potessero essere amati dalla critica e dal pubblico.
Nel 1907 produsse il suo primo spettacolo teatrale "The Follies of 1907", ispirato alle Folies Bergere di Parigi. Riscosse molto successo fino al 1931(morì a 65 anni nel 1932).
In realtà, a lasciare ai posteri la memoria dello Zigfeld, fu un fotografo dal nome quanto meno complesso da pronunciare, Alfred Cheney Johnston che, in tempi diversi, immortalò la bellezza delle ballerine dandone memoria ai posteri.

Per chi volesse approfondire la figura di Cheney Johnston e delle Zigfeld, consiglio la lettura di questo libro che mi è stato gentilmente regalato.


Lo trovate in vendita QUI

lunedì 15 aprile 2013

Cattivi pensieri.

Ci sono quelle mattine che cominciano male.
Se poi quelle mattine sono lunedì mattina la cosa è anche tragica.
Preludio di una settimana che non può essere che disfattiva e presumibilmente devastante.
Perchè ci sono quei momenti in cui ti accorgi di avere sbagliato tutto nella tua vita.
Con gli amici, l'amore, con tutto il tuo mondo di  rapporti sociali.
HAI SBAGLIATO.
Ove la tua inerzia è stata peggiore di qualsiasi calcio sui denti.
E poi che fai?
Ti sospendi nel vuoto e aspetti di cadere.
Ma stavolta non ci sarà nessuno a prenderti in braccio.
Il contatto con la realtà fa male.
Fa male l'opinione che hai di te.
Fa male vedere questo spreco.
Come i sedicenti guru che spacciano frasi fatte, imbottiti di allegria come di anfetamine, che vogliono contagiare il mondo con il loro buonumore forzato e sovrabbondante.
NO, voglio continuare a rimuginare nella pozza stagnante della mia tristezza.
E SI, è sbagliato.
E ALLORA?
E allora si dovrebbe capire cosa bisogna fare, cos'è giusto fare.
Perchè la libertà - di pensiero, di espressione, di essere se stessi, - non ci può essere se non parte dal di dentro. E sei tu che devi essere libero, sentirti libero. Anche se delle robuste sbarre ti fanno ombra sulla faccia.
Ma nella selva dei "dover essere", "dover fare", "dover sentire", non è mica facile, interiormente obbligato come sei, a "far contento qualcuno".
In realtà ciò che dico oggi è del tutto avulso da quello che alcuni ritengono sia "avere un'immagine pubblica positiva". Dall'essere sempre propositivi, rasserenanti, frizzanti come deve mostrarsi chi vuol vendere qualcosa.
E' vero, non ha a che fare con Narcysa tutto questo.
E' un errore, sicuramente.
Ma qualcun altro dice che il brand è anche "essere se stessi".
E oggi Valentina, l'altra faccia di Narcysa, è così.