domenica 27 novembre 2011

Considerazioni sparse sul perchè e sul per come dei regali di Natale

La verità è che dovrei studiare per gli esami di abilitazione.
Altra grandissima verità è che mi scoccio particolarmente.
Certo, a questo punto la exPraticante sta qua a dirmi: "Fatti il parere che io vigilo", ma tanto, Vale, io agli esami sono incaricata di occuparmi della scorta di merendine, al resto pensaci tu.
 Non credo che riuscirò mai a vivere in un mondo ordinato, in una scrivania senza carte di Goleador alla liquerizia vicino, senza cestini della carta usati per gettar via bustine di zucchero.
Entrata in possesso di un Rielke che reca una dedica datata 10 - 12 giugno 1950, di una nuova agenda che non è un'agenda ma che lo diventerà, viola, realizzata a mano da Simona Antico Valore e di un paio d'orecchini che sembrano vintage ma che non lo sono.
In attesa, col fiato sospeso, sempre. Alle volte mi concedo però parentesi di gioia, di ginocchia a pezzi e baci.
Perchè ti offo il mio mezzo panino e magari, domani, chissà quando, avremo un panino intero.
Ancora novembre, ancora per poco, prima domenica di Avvento.
Attesa, attesa, attesa.
Si comincia a pensare ai regali di Natale.
Ma i tempi sono tristi.
La tristezza in realtà, riporta un attimino coi piedi per terra.
Sono anni, decenni, ventenni che ci sollaziamo in un devastante consumismo.
No, non voglio parlare della solita storia "cheilconsumismostadevastandoilpianetariempiendolodirifiuti" che, per carità, è vero, ma non voglio discuterne in questa sede.
Voglio parlare di qualcos'altro.
Voglio parlare di regali.
Io ho sempre amato fare i regali.
Se vedo qualcosa che può piacere ad una persona a cui voglio bene la compro e buona notte.
Ma non è il suo compleanno, onomastico,natale, befana. E allora? Chissenefrega. Vedere chi ami felice per un tuo regalo non ha davvero prezzo.
Che sia la calamita di Hallo Speank o un brillante di Tiffany.
Ne consegue che detesto ed aborro tutti quei regali fatti "perchè si devono fare", possibilmente acquistati all'ultimo minuto, in serie e in blocco (leggasi: "ok, con 12 paia di calzerotti mi tolgo dalle scatole 12 persone a cui DEVO fare il regalo. Cambiamo colori e sono a posto").
E alla fine ci ritroveremo con calze, mutande (che magari io te le ho comprate rosse e tu me le hai comprate viola), magliette, porta tovaglioli, sciarpe e cappelli, tutti, rigorosamente uguali.
Un'esercito di piccoli cloni globali che però non sanno di esserlo.
E perbacco, direte voi, se vado in un negozio che magari sta anche a Kuala Lumpur ci ritroveremo tutti con la stessa canottiera, che ci posso fare, smetto di vestirmi o acquistare quello che mi piace perchè, inevitabilmente, possono averlo anche altre persone??
Lungi da me suggerire questo. Ognuno può fare ciò che vuole dei propri soldi e acquistare dove preferisce ma...io suggerisco un'altra via.

Tutte queste crisi mondiali, le multinazionali, le banche, l'Europa, l'America, il casino che ha fatto venire a galla solo un pallido riflesso del mondo finanziario che ogni giorno SCAVA sotto i piedi di cittadini inconsapevoli che vengono costantemente bombardati da messaggi che li spingono ad acquistare qualcosa, mi ha fatto venire voglia di evitare che, quanto meno direttamente, l'azienda Tal dei Tali (che poi magari ha anche partecipazioni azionarie in società che costruiscono mine anti uomo o che sperimentano farmaci su animali) sia foraggiata dai miei sudati, sudatissimi risparmi.
E soprattutto mi piace pensare che l'oggetto che ho in mano sia stato creato da una persona in carne ed ossa, con un nome (o uno pseudonimo) e un cognome e da cui posso andare a reclamare nel caso in cui l'oggetto non corrisponda alle mie aspettative o che, al contrario, posso guardare negli occhi e ringraziare nel caso di particolare soddisfazione.
Comprare artigianato è quella cosa che ci dà un'altra possibilità.
Possibilità di recuperare tempi umani e tempo per noi, per girare mercatini di Natale, per spulciare in rete tra i negozi del milione di bravissime creative che esistono nel web, comodamente seduti in casa, immuni dallo stress del parcheggio, dalla pioggia e dal freddo pungente, mentre magari si sorseggia un the caldo.
Possibilità di pensare che ogni punto è stato dato da una persona in carne ed ossa, che un gioiello è stato assemblato con pazienza.
Possibilità di riscoprire il rapporto umano che vada al di là della battitura del prezzo alla cassa - pagamento - imbustamento - uscita.
Perchè spesso, quando crei qualcosa, i tuoi clienti non sono mai semplici clienti ma sono persone con cui sviluppi un rapporto che dura nel tempo e impari a conoscerne i gusti, gli stati d'animo, i momenti bui e quelli felici e questo paga, anche se ti hanno fatto impazzire per ordinarti qualcosa di assolutamente folle.
Questo Natale, fatevi un regalo, uscite dagli schemi e provate a fare la differenza.
Per voi e per le persone che avete accanto.
L'amica che realizza collane di swarovsky, il vicino di casa che crea stampe su tela, l'artigiano della ceramica che ha il negozio di fronte casa vostra.
Guardate quello che realizzano e innamoratevi del bello.

Per quello che concerne il web immagino che ci sia un pò di diffidenza.
Diffidenza sulla qualità dei materiali, su possibili truffe.
Ed è comprensibile.
Però conosco tante, tantissime persone oneste che lavorano con tenacia e pazienza. E siccome trovo che siano brave, le elenco qui di seguito:

- Silvia di "La Bohemien" che spazia dai ciondoli, ai folletti, alla sua creatura Puppy il pisellino verde elettrico. Qui, il suo negozio su blomming
- Silvia di "ChezBobo Bijoux" che si definisce creativamente instabile. Passa dal vintage al wire wrapping con molta nonchalence. Qui il suo negozio blomming
- Roberta di "UnoperUno" che fa la grafica nella vita ma che è un continuo vulcano di idee, luoghi, passioni. Qui il suo negozio blomming
- Monia di "Coutrymomo Bijoux", dolce, delicata e bellissima. Il punto che preferisco sono le ciglia finta dei suoi pupetti adorabili. Qui il suo negozio blomming
- Japi che ama il Giappone e crea grafiche spettacolari. Qui il suo negozio blomming
- Alessandra che crea bijoux vintage e si alterna tra una collana e le poppate della piccola Dorotea. Qui il suo negozio blomming
- Monilia che non sono riuscita a sapere come si chiama visto che la chiamo sempre Moni come se a me chiamassero sempre Narcy. E' barocca, crea gioielli appariscenti e bellissimi. Qui il suo negozio blomming
- Simona di "Cartincanta" che riesce a lavorare la carta e tirarne fuori meraviglie. Qui il suo negozio blomming
Queste creative fanno parte di un gruppo, le HandmadeInvaders, ma vorrei segnalarvi anche qualcun altro.
- Simona di "Antico Valore", crea quaderni artigianali. La mia agenda, viola, l'ha realizzata lei.
- Valeria di "Zyrconia Bijoux", è un vero talento nel ricamare perline. Io glielo dico sempre che deve smettere di percorrere le vie legali e cominciare a saltellare allegramente su una via lastricata di perline.

Ce n'è per tutti i gusti e tutte le tasche. Gioielli, segnaposto, spilline, quadri, praticamente qualsiasi cosa.
Poi bè, poi ci sono io con le mie borse e i miei PENSIERINI a piccoli prezzi.
Mi trovate sul sito (www.narcysaretrochic.com), su blomming e sulla mia pagina fan su Facebook se vi scocciate a chiedermi l'amicizia.

"E' la bellezza che salverà il mondo" (F. Dostoevsky)

4 commenti:

La Bohemien ha detto...

Se la bellezza salverà il mondo allora noi siamo tutte salve, ed è già qualcosa.....
Grazie di cuore, non per avermi linkata, ma per essere riuscita ad esprimere quello che probabilmente tutte noi pensiamo ma non siamo state capaci di scrivere!
:***

Perline e bottoni ha detto...

Condivido pienamente i tuoi pensieri e le tue riflessioni. Sono gli stessi che ho espresso nel mio ultimo post: impariamo ad avere un approccio più consapevole e responsabile nelle nostre azioni!

Roberta Gramazio - Kuik Studio ha detto...

Narcysa, sottoscrivo ogni parola che hai scritto, veramente. bacio. :)

Narcysa ha detto...

<3