domenica 10 giugno 2012

Del perchè e del per come della borsa da viaggio.

L'idea di fondo parte da un'annosa questione, mai e dico mai, risolta dal genere femminile.
Cosa portare per un viaggio.
E quando parlo di viaggio non sto parlando di trasvolta transoceanica oppure dell'attraversamento  dell'equatore.
Per mandarci in crisi basta un w.e. fuori porta.
Due miseri giorni con un unico pernotto.
L'uomo medio che fa? Butta in valigia mutande e calzini alla rinfusa, un paio di magliette e il gioco è fatto.
Tranquillo, sereno e placido.
Noi no.
Salvo quelle donne che hanno insito il gene della sintesi e dell'organizzazione, per le altre si apre il delirio mentale da Cosa metto in valigia?
Questa domanda verrà affrontata con intrepido spirito aristotelico che si può riassumere, senza scomodare il sillogismo, nell'assioma:Tutti i miei vestiti sono indispensabili dunque li porto tutti.
Perchè, anche qualora un fugace pensiero del tipo: "Ma sto andando 2 giorni nella cascina della nonna Abelarda a munger le vacche...forse il tacco 12 potrei anche evitarlo..." si dovesse affacciare al nostro cervellino, si aprirebbero
 scenari apocalattici di improvvise e inaspettate serate eleganti dove ci presentiamo in maglietta e calzoncini, suscitando l'ilarità delle astanti inguainate in tubini di seta.
( - La location è sempre la cascina di nonna Abelarda, ricordiamocelo - )
E allora, nella nostra testolina (se è bionda poi, ahimè, le cose si complicano), parte il mantra del portiamoanchequestoperchènonsisamai.
E ci ritroviamo a gironzolare per stazioni, aeroporti e traghetti, con bagagli ingombranti e tutt'altro che leggeri. Salvo riprometterci, al rientro a casa e con al constatazione di aver usato sempre le solite tre canottiere bianche, di portare, la prossima volta "solo l'indispensabile".
Ovviamente al successivo viaggio si ritornerà all'assioma di cui sopra.

Signore, io sono con voi.
Io sono quella del "porto anche questo perchè non si sa mai".
Io sono quella che non riesce a staccarsi dallo scrub corpo perchè "devo curare la mia pelle".
Eppure, alle volte, superiori esigenze di facilitazioni degli spostamenti e peso di bagaglio, portano a considerazioni che forse, e dico forse, smuovono anche il buon senso di una mezza sartina con una testolina bionda.
La mezza sartina ha perciò pensato ad una borsa da viaggio che in realtà sono due.
Una dentro l'altra.
Perchè?
Perchè la borsa madre contiene la figlia e il resto dei vostri effetti personali.
Quando arrivate a destinazione posate in camera il bagaglio e potete andare in giro a passeggiare con la vostra leggera e stilosissima borsetta.
Cui prodest queste "borse a matrioska"?
Avrete le mani libere, porterete una sola borsa - quindi evitando rischi di dimenticare eventuali pacchetti da shopping compulsivo per la strada - e verrete considerate senza bagaglio.
Quando il capitano del vostro aereo deciderà di imbarcare anche i trolley perchè le cappelliere sono piene, la vostra borsa passerà inosservata e potrete tranquillamente portarla con voi.



Il tessuto è da tappezzeria ed è lo stesso per entrambe, solo realizzato in positivo e negativo; ovviamente il tessuto viene usato dalla parte meno colorata per la borsa da viaggio più soggetta ad occasioni di "sporco".
E' realizzabile su ordinazione e nei tessuti indicati in foto come "cartella tessuti"
Qui tutte le foto.

(Un affettuoso saluto dalla gatta della Cascina delle Civette di Villa Torlonia. Foto Matteo Domenico Recine)


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