mercoledì 6 giugno 2012

(Dis) Avventure di una piccola viaggiatrice in erba più varie ed eventuali

- Recentemente ho provato l'ebrezza di venire considerata "passeggera senza bagaglio".
Loro non sapevano che dentro la mia borsa da viaggio, appositamente realizzata per l'occasione (di cui parlerò diffusamente più avanti), c'era un'altra borsa - che vedete nella foto di Matteo Recine, qui sotto -  insieme ad un bivani doppio servizio arredato.
Ma questi sono dettagli da viaggiatori in erba.


- Io adoro muovermi.
Mi piace tendenzialmente salire su qualsiasi mezzo di trasporto; spicca tra le mie preferenze, l'aereo.
Ricordi ancestrali di gite scolastiche e settimane vissute H24 dove si poteva fare tutto e si finiva a mangiare panini e a bere sangria nel cuore della notte.
Ma i viaggi che preferisco sono quelli in cui, branchi inferociti di under6, lasciati allo stato brado da genitori incoscienti, non solo riescono a piangere per tutto il decollo/atterraggio ma che non fanno altro che tirarmi i capelli per l'intero viaggio.
Ah, dolci creature!

- Io quando viaggio porto sempre un libro.
Ma se non ho bagaglio e il libro è pesante, lo sostituisco con l'Ipod.
Tanta buona musica.
E poi compro un libro in loco nella prima libreria disponibile.
Questo non appesantisce assolutamente il mio bagaglio al rientro.

- Tutti i partecipanti e i docenti del mio master sanno che sono intollerante.
Lo sa anche il receptionist del palazzo dei congressi e tutti i corsisti degli altri tre master che si tengono nella stessa sede.
Credo che lo sospetti anche il prete del master in diritto di famiglia, ma devo accertarmene.
Lo sanno anche, e soprattutto, coloro che si occupano del catering.
Per due lezioni ho passato il coffee break a fare faccine pietose e sguardi tristi nei confronti del buffet. Oltre a ripetere ad oltranza la ovvia circostanza che potevo solo spanzarmi di bevande (denigrando in segreto i succhi di frutta).
Alla terza lezione ho avuto un piattino con:
- gallette di mais
- croccantini al sesamo
- grissini
I grissini non li potevo mangiare ma ho potuto notare, con orrore e stupore, che gli altri corsisti puntavano con occhio lubrico e manine leste il mio piattino (a fronte di un buffet straboccante di nutella e altre goduriaggini simili).
Tanto che il mio collega napoletano, nonchè mio compagno di banco e custode delle mie gallette quando mi allontano (non lo sapevo ma le gallette di mais sono un bene parecchio ambito), giustamente si chiedeva, attonito: "Ma perchè guardare questo piattino triste quando c'è tutto quel ben di Dio nell'altro tavolo?"
Come dargli torto?
Ma il top l'ha toccato una collega del master sulla contrattualistica.
La sua puntata al mio triste piattino non è stata  fugace. Anzi, si è piazzata lì innanzi a rimpinzarsi dei DUE croccantini al sesamo che c'erano.
Ora, per onor di cronaca, è d'uopo riportare la conversazione intercorsa tra lei e la sottoscritta.
Ragazza:"Chissà per chi è questo piattino a parte?!"
Narcy:"Per gli intolleranti (... cretina, quale società di catering servirebbe granaglie ad un coffee break????)"
Ragazza:" Ah, allora chissà a chi sto togliendo il cibo!"
Narcyconilsuomigliorsorriso:" A me"

- Io amo Roma.
E non solo perchè è un museo a cielo aperto e io, per i Musei e le anticaglie in generale, ci vado a nozze.
Ma perchè quando guardi il cielo di Roma vedi i gabbiani e poi le statue che si ergono da secoli su palazzi, frontoni, colonne.
Personaggi mitologici, adoni, principi e imperatori testimoni di altezze e bassezze umane che stanno lì, sornioni, ad osservare.
Quanta storia, quante storie!
E ogni volta, anche se l'avrò vista tante volte, vedo queste sagome nere stagliarsi contro il cielo del tramonto, le mani ferme in un imperioso gesto di sfida cristallizzato nel marmo, e mi incanto.


 E poi l'alba.
L'alba tra i palazzi e sui mosaici.
E' che l'alba è bella ovunque, c'è poco da fare.
Ma ci sono alcuni posti e alcuni momenti, in cui è davvero speciale.


- Essere intolleranti è già difficile in casa ma in trasferta è una tragedia.
Fondamentalmente non mangi o cerchi un supermercato dove comprare gallette di mais e prosciutto crudo.
Ad evidente detrimento della tua vita sociale perchè passi alternativamente per il taccagno o per la tipa perennemente a dieta.
A volte mi piacerebbe attaccarmi un cartello al collo, tertium datur: Intollerante.

Detto questo e avervi ammorbato con le mie perle di saggezza, un doveroso minuto di silenzio per chi, in questi giorni, ha perso tutto.
E parlo principalmente dei terremotati dell'Emilia.
Io vivo sotto un Vulcano e la mia città è stata distrutta per 7 volte, ora dalla lava, ora dal terremoto.

So che è molto poco,ma io e altre creatrici faremo una vendita pro-emiliani di nostri prodotti.
Il ricavato andrà interamente a persone che lavorano in loco e che si sbracciano per cercare di ricostruire qualcosa.
Sono benvenute tutte le creatrici che vorranno donare qualcosa.
In ogni caso per i dettagli aggiornerò più avanti.
Intanto, sapetevelo.

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